La favola di Babbo Natale dura per tutta l’infanzia. Ma sarà vero?
La favola di Babbo Natale è davvero un passaggio indispensabile in quell’irripetibile stadio della vita che è l’infanzia. Anche quando smettiamo di crederci, infatti, non cessa mai di riempirci il cuore e di riaffiorare ad ogni Natale.
Cosa la rende così speciale? E perché preferiamo crederci anche da adulti?
Babbo Natale… da grandi
Credere a Babbo Natale è uno stato del cuore, inutile girarci intorno. La leggenda del Grande Vecchio che nella notte di Natale fa il giro del mondo a bordo della sua magica slitta per consegnare i doni a tutti è troppo bella per appartenere solo all’infanzia. Ecco perché nemmeno da adulti riusciamo a rinunciare alla favola di Babbo Natale.
È ovviamente un credere/non credere che ci rende la magia di una festa unica, che ci riporta indietro le sensazioni della nostra infanzia e che ci fa sentire semplicemente felici. Da un punto di vista psicologico, in realtà, la figura di Babbo Natale è associata al potere realizzativo dei desideri, alla volontà di superare le paure e le delusioni, aiutati da una figura mitica che è un vero e proprio concentrato di positività.
Babbo Natale, dunque, anche per i grandi significa magia. Ma soprattutto serenità.

Quanti anni ha Babbo Natale?
I nostri bimbi ce lo chiedono spesso e anche noi da bambini ce lo chiedevamo. Esiste da sempre? È mai stato bambino?
A pensarci bene, anche questa domanda fa un po’ parte della favola dell’omone vestito di rosso, il Babbo Natale che porta i regali ai bambini e qualche volta anche ai grandi.
Grazie ai molti libri che lo hanno avuto per protagonista, ora sappiamo che Babbo Natale ha una discendenza stretta con San Nicola e che la mitologia legata alla sua figura si è sviluppata in almeno 200 anni. Le storie e le leggende che sono fiorite intorno a lui non si contano. Babbo Natale, dunque, è un personaggio che ha almeno 2 secoli d’età, ma è anche un’entità fantastica presente già nell’infanzia del mondo.
Ed ecco perché anche da grandi vogliamo credere alla favola di Babbo Natale e al suo incredibile viaggio compiuto ogni anno la notte di Natale.
Smettere di credere a Babbo Natale: quando succede?
Smettere di credere a Babbo Natale è un vero e proprio momento di passaggio nell’infanzia di tutti. Tutti ce lo ricordiamo o comunque tutti ne serbiamo almeno la sensazione.
Questo succede soprattutto perché il Natale è una festa magica, soprattutto per i bambini ai quali ancora non è stata svelata la verità su Babbo Natale. Il modo che questi bambini hanno di credere alla favola di Babbo Natale è meravigliosamente puro.
Ecco che quindi tanti piccoli e deliziosi rituali e tradizioni prendono vita: la letterina in cui richiedere i doni preferiti, la cassetta rossa dove imbucarla, il piattino di biscotti e il bicchiere di latte da lasciare sul tavolo per rifocillare Babbo Natale, il fiorire di casette e villaggi dove incontrare Santa Claus in persona e, infine, Babbo Natale in persona che compare in casa la notte di Natale con il sacco dei doni in spalla (abilmente interpretato da qualche familiare magari più in carne).
E poi cosa succede? La favola di Babbo Natale subisce uno stop. Come affrontare questo momento?
La favola di Babbo Natale finisce?
Tutti gli anni la domanda ritorna: fino a quando è giusto recitare la parte di quelli che aspettano un vecchietto vestito di rosso con barba bianca che porta i regali? La verità è che non esiste un’età esatta in cui è giusto spezzare l’incantesimo sulla favola di Babbo Natale. La prima cosa di cui tenere conto è innanzitutto l’età e il grado di conoscenza del bambino.
Di solito, i bambini fino a 5 anni credono senza riserve all’esistenza di Babbo Natale. Tra i 5 e i 7 anni iniziano i dubbi, il cosiddetto pensiero magico che alimenta la fantasia dei più piccoli tende a svanire progressivamente. All’età di 9 anni, in genere, i bambini hanno ormai scoperto la verità.
Un altro aspetto da considerare, e che può rincuorare molti genitori, è che la scoperta che Babbo Natale non esiste non arriva all’improvviso. I bambini iniziano la loro preparazione alla scoperta della verità cominciando a notare alcuni particolari a cui prima non facevano caso. Ad esempio, notano i genitori che incartano i regali o li vedono sistemare i doni sotto l’albero di Natale. E il bambino, ormai pronto alla scoperta, inizia sempre di più a dubitare. Ma tutto questo dipende sempre e comunque da quanto il bambino sia pronto a non credere più a Babbo Natale.
La maggior parte dei bambini scopre in autonomia che Santa Claus non esiste. I compagni di scuola o di gioco in generale giocano un ruolo spesso fondamentale in questo. Ma anche cugini o fratelli maggiori possono essere coinvolti in questo momento di passaggio. Succede, poi, che il bambino cominci un suo percorso personale, a cominciare dal notare dettagli proprio nel travestimento del familiare di turno.
A quel punto, sommando tutti gli elementi via via raccolti, il bambino tira la sua conclusione, e la favola di Babbo Natale nella sua testa comincia a sfumare.

Babbo Natale, i piccolissimi e i più grandicelli
“Esiste Babbo Natale sì o no?” – prima che i bimbi molto piccoli inizino a porsi questa domanda, mamme e papà hanno ancora un po’ di tempo a disposizione.
Ma è bene ricordarsi che se un bimbo sotto i 5 anni si sente dire che Babbo Natale non esiste, potrebbe rimanerci davvero male. È meglio, quindi, che sia rassicurato del contrario.
Come? Magari spiegandogli che alcune persone non credono a Santa Claus, ma che invece i suoi genitori ci credono. In questo modo, il bimbo si sentirà protetto e sentirà che anche le sue fantasie sono al sicuro.
Potrà così cominciare in autonomia il proprio percorso di gestione dei propri miti – tra cui la favola di Babbo Natale – senza andare incontro ad alcun trauma.
La scoperta che riguarda Babbo Natale, infatti, avviene in modo molto graduale, proprio per quel processo di somma degli indizi colti dal bambino (anche a livello inconscio) Natale dopo Natale.
Cosa possono fare mamma e papà per accompagnare questa scoperta? In genere, la cosa migliore è disseminare elementi via via più chiari che portino il bambino nella giusta direzione. Non è una ricetta assoluta, dipende da caso a caso, ma è di sicuro un metodo soft e poco “drammatico”.
E quando arriva il momento in cui il bambino scopre tutta la verità su Babbo Natale, la condivisione da parte dei genitori diventa fondamentale.
È importante che mamma e papà raccontino il modo in cui, da bambini, scoprirono la verità sul Grande Vecchio e come abbiano amato credere alla sua esistenza.
Quel momento dell’infanzia è così bello che deve essere sempre rivissuto e preservato, soprattutto per i fratellini e i cuginetti più piccoli. Ed ecco che il bambino più grande diventerà uno straordinario complice per i genitori, un altro depositario della meravigliosa favola di Babbo Natale.